• 21 Dicembre 2019

Analisi Tattica: Sassuolo 19/20

Analisi Tattica: Sassuolo 19/20

Analisi Tattica: Sassuolo 19/20 750 375 BTL | Behind The Line

FASE DI POSSESSO

Il Sassuolo adotta praticamente sempre la costruzione dal basso (non a caso, i neroverdi sono la squadra che in assoluto lancia lungo meno volte di tutta la Serie A). La sortita offensiva quindi inizia con il portiere che scarica sul corto per uno dei due difensori centrali che, una volta ricevuto il pallone, cercherà di effettuare il primo passaggio in verticale verso uno dei due mediani che nel frattempo si è abbassato e liberato dalla marcatura ed è pronto a ricevere (va precisato che se i mediani sono schermati, può abbassarsi il trequartista per ricevere questo passaggio). Se questo primo passaggio va a buon fine, il ricevitore di quest’ultimo controllerà la sfera e cercherà di girarla immediatamente su uno dei due lati, servendo quindi il terzino che si è portato più avanti.Una volta che la sfera è arrivata al terzino, il passaggio successivo della costruzione prevede l’avanzamento con il pallone proprio del terzino che, una volta arrivato in zona offensiva, va a scambiare la sfera con l’esterno alto di competenza che si abbassa leggermente (anche per far venire fuori il terzino avversario): una volta scaricato il pallone su quest’ultimo, il terzino prosegue la sua avanzata andando a sovrapporsi, attaccando così lo spazio libero lasciato alle spalle dall’esterno e creando anche la superiorità numerica sul lato (classico 2vs1 se la difesa non si adatta). La sovrapposizione del terzino infatti, è un altro dei mantra della squadra emiliana e si verifica praticamente in ogni azione offensiva e su entrambe le corsie (i neroverdi attaccano principalmente sul lato destro quindi sono più numerose le discese di Toljan rispetto a quelle fatte registrare dal terzino che opera sul lato mancino del campo). Va anche precisato che la sovrapposizione del terzino si verifica anche quando non è quest’ultimo a far arrivare la palla all’esterno d’attacco (cioè si sovrappongono praticamente sempre).
Tornando alla costruzione della manovra, l’esterno alto una volta che ha ricevuto la sfera ha due alternative a disposizione:

  • Tentare la sortita offensiva individuale al limite dell’area, ad esempio Berardi tende spesso ad accentrarsi e andare al tiro mentre Boga tenta molto spesso di attaccare in modo diretto la linea difensiva avversaria andando in percussione e cercando il dribbling;
  • Provare a servire Caputo al centro dell’area con dei traversoni, questo è anche favorito dal fatto che l’attaccante ex Empoli è molto bravo nel muoversi in area e non disdegna anche il ricevere e giocare il pallone spalle alla porta.

I cross al centro risultano molto rari (gli emiliani infatti sono nettamente la squadra che crossa meno di tutto il campionato) e, quando vengono effettuati (solitamente dal terzino o da Berardi, praticamente assenti i cross da parte di Boga), vedono al centro dell’area la presenza dell’attaccante, del trequartista e dell’esterno d’attacco del lato opposto. Il limite dell’area invece resta poco presidiato in questo frangente.
La sequenza di passaggi “passaggio in verticale à passaggio verso la corsia esterna” si verifica, non solo in zona difensiva, ma anche in mediana e nella trequarti avversaria, a conferma che questa è l’idea principale dei neroverdi quando si tratta di costruire la propria manovra offensiva. Quando questa sequenza non riesce al primo tentativo, gli uomini di de Zerbi decidono di tornare indietro e provare la stessa cosa dalla parte opposta del campo.
Se anche questo nuovo tentativo non porta a risultati positivi (ad esempio perché la squadra avversaria scherma bene i mediani o comunque nega il passaggio in verticale/sugli esterni), gli emiliani decidono di lanciare lungo in avanti, scelta che però porta a risultati molto scarsi (ecco perché una buona idea per renderli inoffensivi è costringerli a buttare il pallone in avanti).
L’altra giocata tipica del gioco del Sassuolo è il già citato scambio tra terzino ed esterno alto. Ogni qualvolta che un terzino è in possesso di palla e spinge infatti, l’esterno alto che agisce su quel lato si abbassa leggermente per ricevere il pallone, liberando così spazio alle sue spalle. Quest’ultimo viene sempre e sistematicamente attaccato dal suddetto terzino che conclude la sua discesa andando a sovrapporsi all’esterno, proponendosi quindi anche come ricevitore di un nuovo passaggio.
Anche e soprattutto in fase di possesso, si evidenzia il grande ordine in campo degli uomini di de Zerbi e la grande organizzazione di gioco: ad ogni movimento incontro di un calciatore ad esempio, ne corrisponde un altro effettuato da un secondo giocatore che va a coprire/occupare lo spazio libero creatosi grazie al movimento del primo calciatore, oppure se un giocatore si trova in una posizione diversa da quella che ricopre abitualmente, c’è sempre un compagno pronto a rimediare e che va ad occupare quella posizione.
L’uomo più cercato durante la manovra offensiva è senza dubbio la stella della squadra, l’esterno d’attacco azzurro Domenico Berardi: il 25enne calabrese, come già anticipato, quando entra in possesso del pallone tende ad accentrarsi molto spesso (in questo caso, come si vede dalla lavagna tattica che segue, lo spazio sulla corsia lasciato libero viene attaccato dal trequartista o dal terzino che spinge), per poi attaccare la difesa in 1vs1 o tentare la conclusione dalla distanza. Inoltre, va anche precisato che Berardi tende a venire molto verso il centro del campo anche quando non è in possesso del pallone (anche in questo caso lo spazio sulla corsia sarà poi occupato o dal trequartista o dal terzino in avanzamento).Una menzione la merita anche il trequartista neroverde : nelle partite analizzate ad essere schierato in quel ruolo è stato il serbo Djuricic. Ebbene, si è osservato che de Zerbi vuole che il suo trequartista svari molto su tutto il fronte d’attacco, vada ad occupare lo spazio lasciato libero dagli esterni che si accentrano (con o senza palla) e si abbassi per ricevere il primo passaggio in verticale quando i mediani sono ben coperti dagli avversari.
Quando la sfera è ancora in zona difensiva, gli esterni d’attacco tendono ad essere molto larghi, praticamente a ridosso della linea laterale (questo ovviamente si verifica quando decidono di non accentrarsi).
Le heatmaps che seguono, illustrano le posizioni tenute in campo dai neroverdi durante le due partite analizzate (in giallo e in rosso le zone nelle quali i calciatori sono stati più “presenti”). Come si può chiaramente osservare, la squadra di de Zerbi sfrutta praticamente tutto il campo in ampiezza.Il ritmo di gioco tenuto in fase di possesso dagli uomini di de Zerbi è medio.
Alla fase offensiva partecipano quasi sempre nove uomini, gli unici esclusi da questa e che quindi restano bassi in marcatura preventiva, sono i due difensori centrali che però partecipano alla manovra quando la palla arriva dalle loro parti (sostanzialmente fanno ripartire l’azione quando la difesa avversaria rinvia lungo).

TRANSIZIONE POSITIVA E SMARCAMENTO PREVENTIVO

Quando i neroverdi recuperano palla, la scelta è quasi sempre la stessa: contropiede immediato. La transizione in questo caso consiste principalmente in una uscita palla al piede del giocatore che ha recuperato la sfera.
Lo smarcamento preventivo è fatto quasi sempre dalla sola punta centrale che resta più avanzata e fuori dalla manovra difensiva. È bene precisare però che, vista la modalità con cui gli emiliani partono in contropiede, questo smarcamento risulta poco efficace o comunque sfruttato molto raramente.

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