• 7 Dicembre 2019

Analisi Tattica: Udinese 2019/20

Analisi Tattica: Udinese 2019/20

Analisi Tattica: Udinese 2019/20 750 375 BTL | Behind The Line

FASE DI POSSESSO

La squadra friulana cerca sempre di costruire il suo gioco dal basso e con palla a terra. La disposizione in questo particolare tipo la si può osservare nella lavagna tattica che segue: il primo a ricevere la sfera dal portiere, che rinvia spesso e volentieri sul corto (sono rari infatti i lanci lunghi e quando vengono effettuati sono in direzione di Okaka), è sempre uno dei tre difensori centrali che si dispongono in ampiezza occupando tutta l’area di rigore, il mediano si abbassa per ricevere e/o offrire la possibilità di uno scarico, i quinti di centrocampo iniziano la loro risalita (come vedremo successivamente, in fase di non possesso saranno in linea con i tre difensori centrali) e si portano a livello della mezz’ala di destra (l’altra mezz’ala [de Paul] invece è già più avanzata).Lo scopo di questa costruzione è portare la palla sul lato e quindi far proseguire la manovra su una delle due corsie laterali del terreno di gioco. Proprio per questo, i principali destinatari dei passaggi effettuati dai difensori centrali sono i due quinti di centrocampo che, una volta ricevuta palla, o la giocano internamente con le mezz’ali o con la punta che si è abbassata, continuando poi la discesa sulla fascia e rendendosi disponibili per una nuova ricezione in zona offensiva. Da precisare che se la squadra avversaria non fa pressione concedendo quindi campo libero, i tre difensori centrali si alzano e portano palla quasi fino all’altezza del centrocampo (a fare questo sono solitamente i due difensori laterali [Nuytinck e Becao]), zona in cui poi questa verrà smistata sul quinto di centrocampo (sostanzialmente senza pressione, il “baricentro” della costruzione si sposta più avanti). Da sottolineare inoltre che invece, quando sono pressati, tendono a sbagliare moltissimo (anche perché i giocatori difensivi non hanno grandissime di gestione della sfera), finendo per perdere il pallone in una zona pericolosa.
Come si può intuire quindi, visto il tipo di sviluppo adottato, la finalizzazione preferita dalla squadra di Gotti è quella che prevede un cross o un traversone verso il cuore dell’area di rigore, giocata che viene effettuata quasi sempre da uno degli esterni di centrocampo.
A ricevere il pallone in area, come si evince anche dalla lavagna tattica che segue, ci sono sempre quattro uomini: i due attaccanti, la mezz’ala che agisce sul lato opposto a quello dal quale parte il cross/traversone e il quinto di centrocampo della corsia opposta (da precisare che nel caso in cui quest’ultimo sia Samir, la sua presenza in area non è sempre garantita in quanto tende, anche a causa delle sue caratteristiche più difensive, a restare più indietro). Al limite dell’area, pronto a ricevere l’eventuale respinta, si posiziona l’altra mezz’ala (quella che gioca vicina al centro del gioco; attenzione a de Paul in questo caso in quanto l’argentino è dotato di un ottimo tiro dalla distanza).Nell’immagine che segue, sono rappresentati tutti i cross tentati dai bianconeri nelle due gare analizzate (sono stati 37 i cross tentati complessivamente nelle due gare, solo 9 però quelli a segno).La ricerca della giocata sul lato viene anche perseguita quando la costruzione non parte dal basso (magari a causa della pressione avversaria) ma risulta diretta: in questo caso infatti, la prima giocata sarà un lancio lungo verso le punte (solitamente verso Okaka che cerca di sfruttare al meglio la sua fisicità) che tenteranno di conquistare la seconda palla e, con l’aiuto dei compagni, di farla arrivare poi sulle corsie esterne.
Quando invece la squadra avversaria nega totalmente la possibilità di giocare la palla sul lato, costringendo quindi la squadra di Gotti a giocare lungo la fascia centrale, la sortita friulana è costituita principalmente o da un break individuale di una delle due mezz’ali (soprattutto de Paul è molto bravo nel saltare l’uomo), o da rapidi scambi al limite dell’area. Questi scambi vedono coinvolti le due punte (molto vicine quando la palla è nei pressi dell’area) e le mezz’ali che si sono portate a sostegno: lo scopo di questa giocata è quello di imbucare la palla alle spalle della linea di difensori.
Nella fase di possesso bianconera sono tre gli uomini da tenere particolarmente d’occhio per quanto riguarda i movimenti senza palla:

  • Rodrigo de Paul: la stella argentina parte come interno di centrocampo ma, quando i suoi compagni sono in possesso della sfera, tende ad avanzare e ad allargarsi tantissimo, scambiandosi così la posizione con il quinto di centrocampo che pertanto si accentrerà e si posizionerà leggermente più indietro rispetto al compagno.
    Se invece de Paul si allarga ma invece di spingere si abbassa, allora il quinto di centrocampo si accentrerà e attaccherà la profondità;
  • Stefano Okaka[1] & Rolando Mandragora: l’attaccante italiano in fase di possesso si abbassa sempre molto, venendo così a ricevere palla all’altezza del centrocampo. Quando il prodotto delle giovanili della Roma fa questo movimento, il suo posto accanto all’altro attaccante viene occupato da Mandragora. Quest’ultimo quindi, una volta preso posizione, ha due scelte a disposizione: affiancare semplicemente l’altra punta, oppure continuare la sua corsa e attaccare la profondità spezzando la linea difensiva avversaria.

Le heatmaps che seguono, illustrano le posizioni tenute in campo dai bianconeri durante le due partite analizzate (in giallo e in rosso le zone nelle quali i calciatori sono stati più “presenti”).L’uomo chiave da tenere d’occhio in questa fase è sicuramente Rodrigo de Paul che, grazie al suo grande talento, può inventare la giocata giusta in qualsiasi momento, andare in gol dalla distanza o servire i suoi compagni con passaggi millimetrici.
Il ritmo di gioco tenuto in fase di possesso dagli uomini di Gotti è medio-basso.
Un’altra caratteristica da sottolineare è quella che vede gli attaccanti friulani andare spesso in fuorigioco, anche in area di rigore.
Alla fase offensiva partecipano quasi sempre otto uomini, gli unici esclusi da questa e che quindi restano bassi in marcatura preventiva, sono i tre difensori centrali che però sono comunque posizionati all’altezza del centrocampo e quindi pronti a giocare la sfera nel caso in cui transiti da quelle parti (quando la palla è alta cercano sempre di far ripartire subito l’azione con un colpo di testa in avanti e indirizzato verso uno dei centrocampisti).
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[1] Volendo essere precisi, lo stesso movimento, seppur con minor frequenza ed efficacia, è effettuato anche da Nestorovski

TRANSIZIONE POSITIVA E SMARCAMENTO PREVENTIVO

Quando i bianconeri recuperano palla, la scelta è quasi sempre la stessa: contropiede immediato. La transizione positiva quindi consiste principalmente in un lancio lungo in avanti verso le punte che sono scattate in avanti nel tentativo di attaccare la profondità.
Sono invece rare, le uscite palla al piede del calciatore che ha recuperato la sfera e di quello che riceve il primo passaggio (ovviamente questo non vale quando la palla viene recuperata sulla trequarti offensiva).

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