• 22 Novembre 2019

Analisi Tattica: Milan 2019/20

Analisi Tattica: Milan 2019/20

Analisi Tattica: Milan 2019/20 750 375 BTL | Behind The Line

ASSOCIAZIONE CALCIO MILAN

Partite visionate: Milan vs Lazio (1-2; 1-1 HT) & Juventus vs Milan (1-0; 0-0 HT)
Per scaricare il report in PDF clicca qui

SISTEMA DI GIOCO

  1. Base: La squadra rossonera, complice anche il recente arrivo in panchina di Pioli al posto dell’esonerato Giampaolo, è passata dal 4-3-1-2 adottato dall’ex allenatore della Sampdoria, al 4-3-3, sistema di gioco preferito e scelto sin dalla prima uscita dal nuovo allenatore. Probabilmente, anche per capire meglio le qualità degli uomini a disposizione e trovare equilibrio, il tecnico emiliano nelle cinque gare al momento da lui allenate, ha fatto ruotare molto i calciatori a sua disposizione, cambiando qualche elemento dell’undici titolare in ogni gara. Tra i pali troviamo uno dei pochissimi punti fermi dei rossoneri, Gianluigi Donnarumma: il 20enne nativo di Castellammare di Stabia, nonostante la giovane età è ormai una colonna portante del Milan e della Nazionale guidata da Roberto Mancini. La linea di difesa composta da quattro uomini vede sulla destra il continuo ballottaggio tra Calabria e Conti con il primo che parte leggermente favorito sull’ex calciatore dell’Atalanta. Al centro della difesa, ad affiancare capitan Romagnoli, l’altro grande punto fermo di questa squadra, in pole position c’è Musacchio: la principale alternativa all’argentino è Leo Duarte, brasiliano classe 96’ proveniente dal Flamengo che ha ben figurato nelle recenti uscite. In rosa come difensore centrale c’è anche Mattia Caldara che però è ancora alle prese con i tanti problemi fisici accusati nelle ultime stagioni. Sulla sinistra invece la gerarchia appare ormai chiara e definita: il titolare è il colpo di mercato dell’ultima estate, il francese di origine spagnola Theo Hernández. L’unica alternativa credibile (ma neanche tanto viste le recenti prestazioni) al terzino ex Real Madrid è rappresentata dallo svizzero Ricardo Rodriguez.
    A centrocampo, Pioli ha rilanciato nell’undici titolare i due calciatori arrivati dall’Empoli durante il calciomercato estivo, il bosniaco Krunic e il regista algerino Bennacer, premiato come miglior giocatore del torneo al termine dell’ultima Coppa d’Africa. A completare la linea mediana c’è il giovane brasiliano Paquetà, arrivato a Milano nel gennaio scorso. Le alternative a centrocampo sono il recuperato Bonaventura, l’ex Atalanta Kessie (che però pare ormai ai margini del progetto rossonero) e il veterano argentino Biglia che però continua a non dare grandi certezze a causa dei tanti infortuni.
    In avanti, al centro dell’attacco troviamo il polacco Piatek che è sicuramente la principale bocca da fuoco a disposizione di Pioli. La sua prima riserva è il 20enne portoghese, ex Lilla, Rafael Leao, calciatore che oltre a quello di terminale offensivo, può anche ricoprire il ruolo di seconda punta o di esterno d’attacco. Ai lati dell’attaccante centrale, Pioli ha provato praticamente tutti i giocatori a sua disposizione (ad eccezione di Borini, anche lui ai margini della rosa): al momento, i favoriti per una maglia da titolare sono Suso e Calhanoglu, con Rebic e Castillejo pronti a subentrare. A partita in corso, a seconda delle necessità, la squadra può anche posizionarsi con il 4-3-1-2 con due terminali offensivi e un trequartista (quasi sempre Calhanoglu) alle loro spalle.
  2. In fase di possesso: Quando i rossoneri sono in possesso della sfera, la loro disposizione in campo è un 3-2-4-1 con i due difensori centrali che restano bassi insieme a uno dei due terzini (quello lontano dalla palla), Bennacer (o Biglia) e uno degli interni di centrocampo più arretrati in cabina di regia ma pronti a portarsi più avanti e offendere, la punta centrale più avanzata e quattro uomini schierati alle sue spalle (questa linea è formata dal terzino che è avanzato in quanto vicino alla palla, i due esterni d’attacco che stringono verso il centro del campo e l’altro interno di centrocampo che può anche scambiarsi la posizione con uno degli esterni portandosi quindi al centro del campo, lasciando la corsia all’esterno). E’ bene precisare che se l’azione si sposta da una parte all’altra del campo, il terzino che era rimasto basso si porterà alto mentre l’altro farà esattamente l’opposto al fine di mantenere sempre tre uomini a composizione dell’ultima linea di copertura.
  3. In fase di non possesso: In questa fase, a seconda del sistema di gioco adottato dall’avversario e dalla zona in cui questo sviluppa principalmente il suo gioco offensivo, gli uomini di Pioli possono disporsi in due modi: 5-3-1/1 con uno degli interni di centrocampo che si abbassa tra DC e TRZ (da precisare che se la squadra avversaria avanza qualche uomo o sviluppa molto gioco sugli esterni, la linea di difesa passa a sei uomini in quanto anche l’altro interno di centrocampo si abbassa tra difensore e terzino), o 4-3-2/1 con i tre centrocampisti in linea e i due esterni d’attacco che convergono verso il centro e si dispongono alle spalle della punta avanzata che non partecipa alla fase difensiva e fa smarcamento preventivo. A partita in corso, quest’ultimo schieramento può anche mutare in un 4-4-1/1 con uno dei due esterni d’attacco che si abbassa sulla linea dei centrocampisti.

INTRO

L’ Associazione Calcio Milan, ha iniziato questa stagione sportiva affidando la guida tecnica della prima squadra a Marco Giampaolo: il tecnico abruzzese però, non ha ottenuto i risultati sperati, anche e soprattutto sul piano del gioco. Pertanto, la società ha deciso di sollevarlo dall’incarico dopo appena sette giornate (curiosamente l’esonero è avvenuto dopo la vittoria contro il Genoa; tre vittorie e quattro sconfitte il bottino totale del tecnico ex Sampdoria).
Al suo posto, è arrivato in panchina l’ex allenatore, tra le altre, di Fiorentina e Inter, Stefano Pioli.
Analizzando la rosa messa a disposizione di Giampaolo prima e di Pioli poi, salta subito all’occhio la bassa età media dei giocatori: la società rossonera infatti, anche quest’anno, ha deciso di continuare la sua politica di rinnovamento e ringiovanimento della squadra, optando così per il non rinnovo di contratto a giocatori più in là con l’età come Abate e Montolivo, e portando a Milano giovani talenti come Theo Hernández, Rafael Leao e Ismael Bennacer.
Come detto però, l’avvio di stagione è stato tutt’altro che esaltante: in dodici gare disputate, sono state solo quattro le vittorie portate a casa mentre sono state ben sette le sconfitte. Nonostante il cambio di allenatore, quello che però più preoccupa e continua a tormentare il sonno dei tifosi milanisti, è la grande difficoltà mostrata dalla squadra in fase di costruzione del gioco e in fase realizzativa. Il Milan infatti ha realizzato appena 11 gol in questo avvio di stagione, marcandone solo 5 su azione manovrata. Questa penuria in fase realizzativa è dovuta anche alle pochissime idee mostrate nell’ultima parte di campo, allo scarsissimo movimento senza palla e ai tantissimi errori individuali.
Se l’attacco fa fatica, non se la passa tanto meglio il reparto difensivo che ha incassato 16 gol in dodici gare, media di 1.3 gol subiti a partita.
Attualmente, la squadra viaggia pericolosamente nelle zone basse della classifica: 14°posto con soli 13 punti fatti (4pt nelle ultime 5 gare di cui 3 portati a casa contro la SPAL, squadra penultima in classifica e battuta a San Siro per 1-0 grazie a un calcio di punizione di Suso).

    error: