• 1 Gennaio 2020

Analisi Tattica: Inter 2019/20

Analisi Tattica: Inter 2019/20

Analisi Tattica: Inter 2019/20 750 375 BTL | Behind The Line

FASE DI POSSESSO

L’Inter adotta praticamente quasi sempre la costruzione dal basso, anche quando magari la squadra avversaria fa pressione alta (i lanci/rinvii lunghi vengono effettuati solamente nei minuti finali di gara e vengono tutti indirizzati in zona centrale verso Lukaku che è bravo ad abbassarsi e conquistare la sfera per poi proteggerla). I primi a giocare la sfera sono i difensori centrali che poi la scambiano con il mediano che nel frattempo si è abbassato per ricevere (quando fa questo le due mezz’ali si allargano quasi a ridosso della linea laterale). Se il mediano viene schermato, allora a ricevere il pallone sarà una delle mezz’ali che farà lo stesso movimento del mediano. Lo scopo della costruzione nerazzurra è portare la palla sul lato per sviluppare poi la manovra sulle corsie laterali del campo. Non a caso infatti, come già anticipato qualche riga più sopra, le mezz’ali interiste tendono ad allargarsi moltissimo, finendo quasi con i piedi a ridosso della riga di demarcazione laterale: questo viene fatto perché il tecnico pugliese vuole sempre almeno un uomo largo e avanzato sugli esterni al quale poi poter scaricare la sfera (quando ad esempio un esterno di centrocampo si abbassa o stringe, a prendere il suo posto avanzato e largo è proprio una mezz’ala che va di fatto a scambiarsi di posizione con il suddetto esterno). L’ideale per il gioco di Conte è avere due uomini sulle corsie e questo si verifica quando gli esterni di centrocampo spingono, alle loro spalle si posizionano le mezz’ali che si sono quindi allargate. Tornando alla costruzione della manovra, una volta che la palla è arrivata sul lato, lo scopo diventa quello di avanzare sulle corsie per poi finalizzare l’azione con un cross/traversone in mezzo all’area effettuato da uno degli esterni e/o più raramente da una mezz’ala (l’Inter infatti è seconda per cross utili e prima in campionato per gol di testa). Quando la sfera viene scagliata verso il cuore dell’area di rigore, ad attenderla negli ultimi sedici metri ci sono solitamente quattro uomini (vedi anche lavagna tattica che segue): i due attaccanti che attaccano rispettivamente il primo e il secondo palo, la mezz’ala che agisce sul lato lontano a quello della palla e l’esterno che opera sulla corsia opposta che si posiziona dopo il secondo palo. Al limite, nei pressi del centro del gioco, si posiziona la mezz’ala di competenza su quel lato.Se gli avversari riescono ad arginare la costruzione sul lato, gli uomini di Conte non si perdono d’animo e provano ad attaccare, nello stesso modo, sulla corsia opposta: il campo di gioco non avviene praticamente mai con lanci diretti ma con passaggi rasoterra che coinvolgono anche i calciatori situati nella fascia centrale del campo (una delle punte che si è abbassata o i centrocampisti). Se anche in questa seconda situazione la costruzione sulla fascia risulta impossibile, la squadra nerazzurra decide di tornare indietro dai difensori centrali che nel frattempo si sono posizionati a ridosso del cerchio di centrocampo: una volta scaricata la sfera su uno di questi (solitamente a riceverla è uno dei due difensori centrali laterali), gli uomini di Conte aspettano che gli avversari “vengano fuori” per poi attaccarli alle spalle con un lancio lungo effettuato proprio dal difensore centrale in direzione di una delle due punte che sta attaccando la profondità (vedi lavagna tattica qui sotto).È bene precisare che il lancio lungo dei difensori centrali non va sempre a cercare la profondità ma può anche essere indirizzato verso una delle due punte che si abbassa e si posiziona spalle alla porta (solitamente Lukaku): in questo caso, se la punta riesce a controllare la sfera, la proteggerà in attesa che i compagni salgano, giocandola successivamente o in profondità verso l’altro attaccante o aprendo il gioco verso una delle corsie, facendo così ripartire la solita manovra di stampo contiano. Ancora, il difensore centrale che riceve lo scarico dietro, può anche decidere di partite palla al piede, attaccando direttamente la retroguardia avversaria: a fare questa giocata è, anche in questo caso, uno dei due DC laterali (Bastoni molto più di Skriniar) e, quando ciò avviene, per liberare spazio a quest’ultimo nella fascia centrale del campo, le mezz’ali si allargano tantissimo.
L’Inter però può far male agli avversari anche in un altro modo: un’altra famosa caratteristica del gioco messo in pratica dalle squadre guidate dal tecnico leccese infatti, sono gli inserimenti in area senza palla delle mezz’ali. Gli interni di centrocampo interisti infatti, oltre a giocare tantissimo, soprattutto nei pressi dell’area avversaria, con l’esterno più vicino (con il quale talvolta si scambiano anche di posizione quando quest’ultimo decide di stringere), attaccano tantissimo l’area di rigore, buttandosi in questa nella zona situata nei pressi del vertice dell’area stessa (per capirci, si muovono in quelli che Guardiola definisce “half spaces”).
L’ultimo modo con il quale la squadra di proprietà del gruppo Suning può andare in gol è la sortita individuale di una delle sue punte: Lukaku, Lautaro e Sanchez infatti, sono tutti e tre molto bravi a disorientare i difensori avversari e scaricare la palla direttamente in fondo alla rete grazie alle notevoli doti individuali. L’azione individuale è talvolta effettuata anche da una delle mezz’ali che però non la effettua nella zona centrale del campo bensì nei pressi del vertice dell’area di rigore, pertanto è più difficile che poi l’azione si chiuda con una conclusione diretta verso la porta.
Il tiro da fuori è una pista poco esplorata dai nerazzurri: la maggior parte dei tiri effettuati dai giocatori del biscione infatti, avviene da dentro l’area di rigore (vedi grafici che seguono).Le heatmaps che seguono, illustrano le posizioni tenute in campo dai nerazzurri durante le due partite analizzate (in giallo e in rosso le zone nelle quali i calciatori sono stati più “presenti”). Come si può chiaramente osservare, la squadra di Conte sfrutta praticamente tutto il campo in ampiezza.Il ritmo di gioco tenuto in fase di possesso dagli uomini di Conte è abbastanza variabile: in alcuni momenti della gara infatti, ad esempio quando il risultato è ancora in parità o sfavorevole, questo appare medio-alto, in altri invece, ad esempio in situazione di vantaggio o quando gli avversari sono ben posizionati in campo in fase difensiva, il ritmo risulta essere medio-basso.
Nelle partite analizzate, più volte si è osservata la rotazione dei centrocampisti che quindi, in molti frangenti, si scambiavano posizione tra loro (soprattutto Borja Valero e Brozovic).
Alla fase offensiva partecipano quasi sempre otto uomini, gli unici esclusi da questa e che quindi restano bassi in marcatura preventiva, sono i tre difensori centrali che però, come detto sopra, partecipano alla manovra quando la palla arriva dalle loro parti e vengono coinvolti quando il gioco sulle corsie è impossibile.

TRANSIZIONE POSITIVA E SMARCAMENTO PREVENTIVO

Quando i nerazzurri recuperano palla, se c’è la possibilità di concreta di poter offendere subito, la scelta ricade allora sul contropiede diretto, opportunità che viene quasi sempre esplorata con un lancio lungo in avanti verso la punta che è rimasta alta in smarcamento preventivo (attaccano direttamente con chi ha recuperato palla solo quando quest’ultimo è una punta o una mezz’ala con caratteristiche offensive).
Se invece gli uomini di Conte si rendono conto che questo non è possibile (come nella maggior parte dei casi), allora si ri-organizzano e costruiscono con calma la manovra offensiva.
Lo smarcamento preventivo è fatto dalla sola punta centrale (di solito Lukaku) che resta più avanzata e fuori dalla manovra difensiva.

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